Incentivi auto: come sono andati?

Incentivi auto: come sono andati?

Era largamente prevista ed infatti non ha tradito le aspettative: la crescita (seppure relativa ad alcune settimane) della vendita di auto in Italia ha fatto registrare un +10% a settembre.

Merito dei famosi incentivi, che – lo ricordiamo – erano rivolti a:

auto elettriche: questi incentivi erano riservati in realtà ad auto con emissioni inferiori a 20 g/km e non direttamente ad auto elettriche ma nessuna vettura (nemmeno le ibride) è in grado di scendere a quei livelli al giorno d’oggi. Chi ha rottamato un’auto fino a euro 4 ha goduto di un incentivo di ben 10 mila euro. Senza rottamazione si è scesi a 6 mila.

Ibride plug-in: gli incentivi hanno riguardato in questo caso le auto con emissioni CO2 che vanno da 21 a 60 g/km (solo le ibride plug-in hanno modo di rientrare sotto questi parametri: ad esempio la Prius Plug-in con 29, mentre la “normale” Prius full hybrid presenta 75 g/km; o le nuove Renault Captur e Mégane E-Tech con 32, mentre la nuova Clio E-Tech full hybrid emette 96 g/km). L’incentivo previsto è stato 6500 euro con rottamazione e 3500 senza.

Auto euro 6: per le auto con emissioni CO2 fino a 110 g/km e posizionate fino a 40mila euro sono stati conferiti incentivi statali in caso di rottamazione di un’auto immatricolata prima del 1 gennaio 2020 a prescindere dalla sua categoria di omologazione. L’incentivo è stato erogato se il concessionario si impegnava a corrispondere contestualmente uno sconto di 2000 euro

 

Come sono andati?

Come accennato poco sopra, gli incentivi sono stati un successo ma si sono esauriti troppo presto. Gli incentivi per auto con emissioni di CO 2 tra 91 e 110 gr/km sono terminati praticamente subito. I contributi per le auto con emissioni da 61 a 90 gr/km di CO 2 a fine ottobre erano ancora disponibili soltanto nella misura di circa 11,8 milioni di euro.

Occorre guardare entrambi i lati della medaglia: nel breve gli incentivi auto si sono rivelati utili a rilanciare (con effetto immediato) il mercato dell’auto ma per una crescita sostenuta e costante nel tempo occorrono misure più strutturali ed ampie.

 

Prospettive e rifinanziamenti

Un sondaggio effettuato dal Centro Studi Promotor sul mercato dell’auto ha mostrato come la fiducia degli operatori del mondo automobilistico nel mese di agosto aveva toccato quota 53.2 per effetto degli incentivi messi in opera. Ad ottobre lo stesso sentiment è sceso a 28,1 in quanto i fondi non erano sufficienti per accontentare tutti i richiedenti.

Ottimo segnale, comunque, rispetto all’intenzione di acquisto degli italiani, che hanno voglia di rinnovare il proprio parco macchine e magari essere anche più green.

 

Cosa farà il Governo?

Il settore dell’auto è strategico per il PIL italiano e ne rappresenta circa il 12%. “È indispensabile – ha detto Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione che riunisce i costruttori esteri in Italia – che nella prossima Legge di Bilancio, il Governo tenga conto di questa realtà, dando seguito a quanto dichiarato nelle scorse settimane di stanziare altri 400 milioni in aggiunta all’ecobonus”.

Occorre davvero ragionare in termini di investimento: ogni euro immesso nel mercato dell’auto non è un regalo ma addirittura si rivelerebbe, per il sistema Italia, un ritorno superiore a quanto stanziato.

Postato il 05 novembre

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