I Pilastri della F1 – Michael Schumacher

Nel mondo della Formula uno, il nome di Michael Schumacher è sicuramente nei ricordi di milioni di appassionati che si sono entusiasmati nel seguire la sua carriera fin dagli inizi.
Insieme a Lewis Hamilton è il più vincente nella storia della Formula 1 con 7 titoli mondiali, i primi due con la Benetton (1994 e 1995) e successivamente cinque consecutivi con la Ferrari (2000, 2001, 2002, 2003 e 2004), quest’ultimo un record assoluto.
Soprannominato Kaiser, Schumacher detiene alcuni primati della Formula 1 avendo conseguito, oltre ai titoli iridati, anche il maggior numero di giri veloci in gara e di hat trick, ovvero pole position, vittoria e giro più veloce nello stesso Gran Premio. Fino al 13 ottobre 2013 ha detenuto anche il record assoluto di punti in carriera, superato in quell’occasione da Fernando Alonso e in seguito da altri quattro piloti. È al secondo posto all time per numero di gare vinte (91), podi (155) e di pole position (68), in tutti e tre i primati dietro al solo Hamilton.
Esempio di pilota capace di migliorarsi costantemente nel corso degli anni, all’innato talento naturale ha unito progressivi affinamenti capaci di farlo eccellere nella condotta di gara, adattando il suo stile di guida al mutare delle condizioni e pianificando in anticipo ogni eventualità, il tutto mantenendo sempre una guida al limite; ciò anche grazie al duro allenamento a cui sottoponeva il proprio corpo, ben superiore ai colleghi della sua generazione. A questo ha aggiunto una spiccata sensibilità per i propri limiti nonché per quelli delle sue monoposto, aspetto che ne ha fatto un pilota raramente caduto in errori oltreché capace di indirizzare al meglio, attraverso i suoi riscontri e giudizi, il lavoro degli uomini della squadra, ingegneri in primis, a cominciare da Ross Brawn col quale ha instaurato un duraturo sodalizio tecnico protrattosi pressoché per l’intera carriera. Oltre che essere un pilota completo in ogni aspetto, ebbe anche grandi doti da collaudatore in grado di far crescere le proprie vetture. Schumacher è stato il primo tedesco a laurearsi campione del mondo di Formula 1. Nel mondiale 2002 si è laureato campione del mondo con sei Gran Premi di anticipo (record assoluto), diventando poi anche l’unico pilota della storia a essere salito sul podio in tutte le gare di una stagione in programma, 17 in quell’anno. Il 12 ottobre 2003, vincendo il suo sesto mondiale, è diventato il più titolato pilota di Formula 1, superando il record di Juan Manuel Fangio, e nel 2004 ha marcato un ulteriore primato vincendo, con 13 successi su 18 gare, il quinto titolo iridato consecutivo oltreché settimo della carriera. Ritiratosi una prima volta alla fine del 2006, ha deciso di tornare a correre nella stagione 2010, a 41 anni, con la Mercedes, per poi ritirarsi definitivamente alla fine del 2012.
GLI ESORDI DEL CAMPIONE TEDESCO:
Schumacher iniziò la carriera all’età di quattro anni alla guida di un kart sul circuito di Kerpen, gestito dal padre. Nel 1984 venne contattato da un imprenditore della zona, Jürgen Dilk, rimasto impressionato dal ragazzino, che decise di aiutare economicamente. Negli anni seguenti vinse il titolo junior tedesco e il campionato europeo a Göteborg, in Svezia. Nel 1988 passò dai kart alle monoposto delle classi superiori. Sempre grazie a Dilk, partecipò sia al Campionato tedesco di Formula Ford che a quello europeo, si piazzò rispettivamente sesto e secondo, in quest’ultimo alle spalle di Mika Salo. Nello stesso anno venne aiutato anche da Gustav Hoecker, concessionario del marchio Lamborghini, a gareggiare in Formula König, serie addestrativa utilizzante telai e motori della Formula Panda italiana. Vinse nove gare su dieci laureandosi facilmente campione. Il passaggio scontato per Schumacher sarebbe stato la Formula 3, ma Dilk gli fece capire di non potersela permettere; tuttavia nel 1989 Willi Weber, proprietario di un team, stupito dalle capacità del giovane pilota tedesco, decise di offrirgli un contratto per gareggiare nella serie.
ESORDIO IN FORMULA 1:
Schumacher debuttò in Formula 1 nel 1991 al volante della Jordan. La squadra irlandese, rivelazione della stagione, ebbe necessità di sostituire nel Gran Premio del Belgio, a Spa-Francorchamps, Bertrand Gachot, in stato di arresto a Londra. La Mercedes lo girò quindi al team di Eddie Jordan per 150 000 dollari. Il manager di Michael, Willi Weber, affinché la Jordan approvasse tale candidatura, assicurò che il pilota conosceva già il difficile tracciato belga, anche se in realtà, come rivelato dallo stesso manager in occasione dell’anniversario dei 20 anni di Formula 1 di Schumacher, non vi aveva mai girato prima. Nonostante il tedesco affrontasse per la prima volta il difficile circuito, stupì gli addetti ai lavori, qualificandosi al settimo posto durante le qualifiche, ma -sfortunatamente- non riuscì a ripetersi in gara visto il ritiro dopo poche centinaia di metri a causa della rottura della frizione. La prestazione in Belgio attirò l’attenzione di Flavio Briatore, direttore della Benetton, che gli offrì subito un contratto portando Schumacher ad affiancare Nelson Piquet. La questione contrattuale con il team Jordan venne chiusa col trasferimento alla squadra irlandese della seconda guida della Benetton, Roberto Moreno.
L’APPRODO IN FERRARI:
Nel 1996, Schumacher passò alla Ferrari, scuderia con la quale sarebbe divenuto il pilota più titolato della storia della Formula 1. Ricopriva il ruolo di prima guida al fianco di Eddie Irvine. L’esordio fu difficile: la squadra non vinceva un titolo mondiale piloti dal 1979 e un titolo costruttori dal 1983, il clima non era ottimale e il divario tecnico con le scuderie inglesi sembrava incolmabile. La stagione fu dominata dalle Williams-Renault di Damon Hill e Jacques Villeneuve. Dopo cinque gare, con una vettura inaffidabile e di scarsa competitività, conquistò 3 podi, ma il distacco in classifica dal leader Hill era già di 26 punti.
A Monte Carlo, sotto pressione e costretto alla rimonta in classifica, vanificò un possibile successo. Partito dalla pole position, fu subito sorpassato da Hill e successivamente già nel corso del primo giro, fu costretto al ritiro, dopo essere scivolato su un cordolo bagnato che lo catapultò contro le barriere dalla parte opposta. La prima vittoria arrivò durante la gara successiva al Gran Premio di Spagna sotto il diluvio, dopo essere partito male facendo pattinare le gomme sulla pista allagata, fu protagonista di una incredibile rimonta guadagnando fino a 5 secondi al giro sui piloti di testa, superandoli e arrivando al traguardo con un minuto scarso di vantaggio sul secondo in classifica finale Jean Alesi.
Gli anni in Ferrari furono sempre più splendidi e vincenti coronati da moltissime vittorie e titoli mondiali che fecero di Michael Schumacher il più forte pilota di Formula 1 in circolazione per quei tempi.
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Postato il 04 gennaio
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